Come nominare correttamente il .gcode
Anche se può sembrare un aspetto secondario il modo in cui vengono nominati i nostri file è molto importante a può permetterci di evitare una serie di fastidiosi inconvenienti
Le regole in questione si applicano principalmente al nome del file di stampa (.gcode) ma anche agli altri file di lavoro(per esempio il file .factory di Simplify3D)
Alcune regole importanti da seguire:
-evitare caratteri speciali (per esempio: , ; : . ! “ £ $ % & / ( ) = ? ^ | * é è à ò ù { } [ ] ç @ ° # §)
-evitare spazi (tasto barra spaziatrice) o indentature (tasto tab)
-per separare le parole utilizzare il carattere _ (underscore)
-preferibilmente utilizzare nomi brevi (sotto i 13 caratteri), codificando le informazioni
Un esempio di nome creato secondo queste regole è:
“prt1A_ZENX_04_PLA.gcode”
Si legge: “parte di stampa 1A(prt1A) stampata con estrusore Zen X(ZENX) con ugello 0.4 mm(04) materiale PLA (PLA)”
Contiene tutte le informazioni necessarie e non causa problemi alla stampante.
Alcuni esempi di nomi NON creati secondo queste regole sono:
“coperchioPLA150%”
contiene un carattere speciale (%)
“prova_ugello0.4_layer0.15mm”
contiene i punti, che vanno evitati
“parte sopra coperchio in PLA – x fiera”
è lungo e ci sono molti spazi
Come stampare un .gcode con l’estrusore secondario?
Hai un codice per un solo estrusore ma vuoi stamparlo con l’estrusore secondario(destro) invece che con quello primario(sinistro)?
Comando Change Extruder
Quando lanci la stampa all’interno del menù TUNE esiste un comando chiamato “Change extruder”.
Nel momento in cui viene cliccato:
- la stampa va in pausa
- la temperatura dell’estrusore attivo viene copiata sull’altro estrusore
- una volta raggiunta la lavorazione riparte con l’estrusore secondario
Il comando funziona anche per spostare la lavorazione dall’estrusore secondario a quello primario.
Creare un profilo per estrusore secondario su Simplify3D
Se hai necessità di stampare ripetutamente con l’estrusore secondario ti servirà un profilo adatto.
Non è difficile crearne uno partendo da un profilo corretto per estrusore singolo.
Ti consigliamo di scaricarne uno ufficiale dalla sezione Download del sito WASP.
- Apri su Simplify3D il profilo per estrusore singolo da cui vuoi partire
- Entra nella finestra “Extruder”(Estrusore)
- Seleziona l’estrusore nel riquadro a sinistra
- Seleziona nella voce “Extruder Toolhead Index” la voce “Tool 1” ( “Strumento 1”).
- Entra nella finestra “Temperature”(Temperatura)
- Seleziona l’estrusore nel riquadro a sinistra (attento a non confonderlo con il piano)
Seleziona nella voce “Temperature Identifier” la voce “T1” ( sostituendo “T0”). - Clicca su “Save as new”(Salva come Nuovo) in alto a destra
- Inserisci un nome per il nuovo profilo (specifica che è per l’estrusore destro)
- Clicca su OK per salvare il nuovo profilo.
Ogni volta che crei un gcode utilizzando questo profilo la macchina
Continuous Printing (come cambiare estrusore quando finisce il materiale)
Continuous printing è un’opzione che permette alla macchina di cambiare automaticamente estrusore durante la stampa quando il materiale finisce.
In questo modo è possibile:
- stampare senza interruzioni oggetti che richiedono più materiale di una sola bobina
- finire senza interruzioni di stampa anche le bobine a metà
Per attivare il sistema Continuous printing entrare in ADVANCED>Settings>Continuous printing
In questo modo il sistema sarà abilitato per la stampa successiva.
NB ogni volta che si vuole lanciare una nuova stampa con il sistema Continuous printing bisogna riattivarlo
Per utilizzare correttamente il sistema occorre comunque predisporre correttamente la stampante:
- Gli ugelli devono avere lo stesso diametro su entrambi gli estrusori
- Il materiale deve essere correttamente caricato su entrambi gli estrusori prima della stampa
- La macchina deve essere calibrata correttamente (autocalibrazione).
Perché l’estrusore sembra storto? Perché uno degli ugelli è coperto?
La tua macchina è nuova ma l’estrusore sembra storto rispetto alla piastra?
Uno dei due ugelli è coperto da una parte in silicone?
Tutte queste caratteristiche sono normali e dipendono dal funzionamento dell’estrusore Zen X.
L’estrusore Zen X montato come standard nella serie Delta WASP Industrial X è un estrusore doppio basato su un sistema basculante.
La sua meccanica prevede due posizioni in cui l’estrusore può assestarsi basculando su un perno assiale.
POSIZIONE 1: l’estrusore è inclinato verso sinistra, con ugello sinistro scoperto (chiamato estrusore sinistro o estrusore primario).
POSIZIONE 2: l’estrusore è inclinato verso destra, con ugello destro scoperto (chiamato estrusore destro o estrusore secondario).
Forzare manualmente l’estrusore in posizioni diverse da queste lo può compromettere anche in maniera importante.
La protezione in silicone bianco(chiamata anti ooze shield protection) sotto l’estrusore serve proprio a coprire fisicamente l’ugello non in uso per evitare che possa sporcare durante la stampa.
E’ quindi importante che sia correttamente fissata sull’estrusore e in caso si usuri nel tempo sostituirla con un ricambio.
A cosa serve la manopola?
Le macchine della serie Industrial sono dotate di uno schermo TFT touch per l’interfaccia e il controllo della macchina.
Tuttavia a lato è presente una piccola manopola che è possibile ruotare e premere: a cosa serve?
1. Regolazione: in diversi comandi la rotella permette ruotando di incrementare o calare un valore a schermo.
2. ESC: quando si naviga l’interfaccia si può entrare in menu secondari e possono apparire messaggi in sovraimpressione. Premendo la rotella è possibile uscire da questi menu come con il tasto esc del computer. (Questo non interrompe le azioni della stampante, per esempio non interrompe una stampa o una calibrazione)
Quali valori si possono modificare durante la stampa?
Durante la stampa ci sono alcuni parametri che si possono modificare durante il processo di stampa.
E’ comunque sempre più corretto creare un nuovo .gcode dal software di slicing con i valori modificati, specialmente in un’ottica di ripetibilità del codice.
- Questa funzione ha senso solo in contesti sperimentali e non va intesa come una buona pratica.
- Le modifiche apportate durante la stampa NON saranno salvate nel gcode che rimarrà integro.
- Il gcode non viene “sdoppiato” ma solamente letto diversamente
- I parametri modificati di Feedrate (velocità) e Flow(flusso) e Fan(ventole) rimangono salvati fino al riavvio della macchina
- I parametri modificati di temperatura non rimangono salvati alla fine della stampa
Temperature (ugelli, piano, camera calda):
Sono espresse in gradi centigradi (°C). Di default vengono lette quelle nel gcode.
Per modificarle occorre:
- cliccare il riquadro rispettivo sulla schermata di monitoraggio.
- digitare sulla tastiera il nuovo valore target e confermare
- verificare che la temperatura target si aggiorna (possono volerci alcuni secondi)
Menu TUNE (velocità, flusso, ventole):
Sono presenti i valori di velocità (feedrate), flusso(flow) e ventole(fan)
Per modificarle occorre:
- Durante la stampa cliccare sul tasto TUNE
- Scegliere cliccando il parametro da modificare, si evidenzia
- Una volta evidenziato ruotare la manopola a lato dello schermo per modificare il valore
- Cliccare la manopola per confermare la modifica
Analisi del gcode
L’analisi del .gcode è una funzionalità integrata nella stampante che permette un controllo del file di stampa nel momento in cui viene lanciato.
In questo modo è possibile identificare a priori gcode corrotti o con problemi riconducibili alla forma.
Gli esiti dell’analisi del .gcode possono essere due:
– positivo: non sono stati rilevati errori di scrittura, la stampa parte automaticamente
– negativo: sono stati rilevati errori di scrittura, la macchina lo comunica e non avvia la stampa
In caso di esito negativo ci sono diverse verifiche:
-salvare nuovamente il gcode prima nella memoria del computer, poi copiandolo sul disco esterno
-assicurarsi di aver fatto una “rimozione sicura del disco” prima di rimuovere il disco esterno
-verificare che il disco esterno sia funzionante
-verificare che il disco esterno sia formattata come FAT-32 o ExFAT
(non NTFS o formattazioni non standard)
-verificare gli script di “start gcode” e end script
Camera calda
La camera calda è un sistema integrato nella macchina che permette di alzare la temperatura all’interno del volume di stampa grazie ad un flusso di aria riscaldata.
La camera calda è un controllo analogo a quelli di temperatura dell’ugello o del piano.
L’utilizzo della camera calda è principalmente pensato per la stampa di oggetti di grandi dimensioni con materiali che tendono alla delaminazione e al ritiro.
Raccomandiamo l’utilizzo della camera calda per i seguenti materiali:
ABS: 50-60°C
PA + CARBON FIBER: 50-60°C
PMMA: 60°C
In generale per materiali con temperatura di estrusione superiore ai 250°C e tendenti alla delaminazione può avere senso l’utilizzo della camera calda.
E’ importante sapere che l’utilizzo della camera calda in situazioni non idonee(per esempio con materiali come il PLA) può creare problemi invece che risolverne.
Il valore di temperatura target può essere controllato nei seguenti modi:
– manualmente (dall’interfaccia di monitoraggio della stampante)
– lato software (dal software di slicing con identificatore di temperatura T5)
Va anche tenuto in considerazione che in qualsiasi macchina chiusa con piano di stampa riscaldato il volume di stampa può salire di temperatura anche in maniera significativa rispetto all’ambiente esterno.
Bed touch
Bed touch è un sistema di sicurezza pensato per evitare sfregamenti e collisioni dell’ugello sul piano di stampa.
Il sistema si basa sullo stesso sensore utilizzato durante il processo di autocalibrazione.
Ogniqualvolta il sensore di Bed Touch rileva un contatto tra l’ugello e il piano invia a un segnale che causa l’interruzione istantanea del processo di stampa.
In questo modo vengono prevenuti danni accidentali legati che possono portare all’usura del piano e dell’ugello.
Le cause per cui un ugello può sfregare sul piano sono generalmente le seguenti:
- Macchina non calibrata (esempio: calibrazione con il piatto sporco);
- Errore nel .gcode (esempio: primo layer molto basso);
- Materiale di stampa conduttivo (esempio: caricati a fibra di carbonio).
Risolvendo questi problemi alla radice si eviteranno problemi legati al sistema Bed touch.
E’ possibile disattivare manualmente il sistema di Bed touch se necessario (per esempio quando si stampano materiali conduttivi, come quelli caricati a fibra di carbonio).
La disattivazione si può fare usando il comando ADVANCED>Settings>Bed Touch (firmware con interfaccia o precedente) oppure con il comando PREPARE>Bed Touch (firmware con interfaccia o successiva).
Ogniqualvolta la macchina viene spenta e riaccesa il sistema Bed touch sarà abilitato.
Come sapere che firmware è attualmente sulla tua macchina?
Premi il tasto INFO sulla toolbar in basso.
Modifica altezza (Set Z max)
L’altezza(spesso chiamata Z max) della stampante è il valore che definisce la distanza tra l’ugello e il piano di stampa quando è nella sua posizione di zero (home).
L’altezza fa parte dei valori di calibrazione della macchina ed è essenziale il giusto valore per un buon funzionamento.
Questo valore viene salvato in maniera automatica dalla macchina durante l’autocalibrazione.
All’accensione della macchina nella schermata di monitoraggio è possibile vedere tra i valori mostrati quello dell’altezza salvata nella macchina (indicata come Z).
E’ comunque possibile modificare manualmente l’altezza in caso di necessità.
Nello specifico può essere utile quando:
- la stampante in uso non è provvista di un sistema di autocalibrazione.
- risulta necessario correggere leggermente il valore dell’altezza
Al variare il valore di altezza possono verificarsi i seguenti scenari:
Per cambiare manualmente il valore di altezza ogni stampante è provvista di un comando dedicato all’interno del menu PREPARA, in base alla versione si può chiamare:
Modifica altezza (modify height)
Modifica Z max (Set Z max)
La procedura per cambiare la Z max dipende dalla versione di macchina e firmware.
RICORDA CHE QUESTO VALORE VIENE SALVATO AUTOMATICAMENTE DURANTE LA PROCEDURA DI AUTOCALIBRAZIONE, NON E’ QUINDI NECESSARIO NORMALMENTE MODIFICARLO MANUALMENTE
- Pulire il piano di stampa e l’ugello.
- Portare la stampante in posizione zero (autohome)
- Utilizzare il comando Prepara>Modify height (o Set Z max)
La schermata permette di scegliere un valore di scala in alto (tra 100 mm, 10 mm, 1 mm, 0.1 mm) e conseguentemente di scendere o salire di quel valore sull’asse Z.
- Con valore di scala 100 cliccare sulla freccia -Z facendo scendere l’ugello fino a circa 20 cm dal piano di stampa.
- Selezionare il valore di scala a 10 mm
- Con valore di scala 10 cliccare sulla freccia -Z facendo scendere l’ugello fino a circa 2 cm dal piano di stampa.
- Selezionare il valore di scala a 1 mm
- Con valore di scala 1 cliccare sulla freccia -Z facendo scendere l’ugello fino a circa 2 mm dal piano di stampa.
- Selezionare il valore di scala a 0.1 mm
- Con valore di scala 0.1 cliccare sulla freccia -Z facendo scendere l’ugello fino a che interponendo un foglio di carta tra esso e il piano non si avverte una leggera frizione.
- Cliccare sul pulsante SET Z MAX per salvare il nuovo valore o CANCEL per annullare l’operazione
Autocalibrazione
L’autocalibrazione è un sistema per calibrare la planarità del piano in maniera automatica e quindi semplificare l’adesione di stampa del primo layer.
Compatibile con: 2040 T2, 2040 PRO, 2040 IND, 4070 IND, 3MT IND, Linea IND 4.0
- Per abilitare l’autocalibrazione seguire la seguente procedura: ( per 3MT IND 4.0 leggere Autocalib 3MT industrial 4.0)
- Pulire ugello e piatto di stampa
- Da stampante spenta posizionare l’ugello a contatto col piatto di stampa
- Accendere la stampante e attendere la scritta: AUTOCALIB ENABLED
- Se non viene visualizzata la scritta scaldare l’estrusore e rimuovere l’eventuale residuo di plastica sull’ugello o pulire meglio il piatto di stampa
- Appena visualizzata la scritta far partire l’autocalibrazione quindi:
MENU/PREPARA/AUTOCALIB (2040 T2, 2040 PRO, 4070 IND)
PRINT/AUTOCALIB (Linea Industrial 4.0)
- Attendere qualche minuto che si scaldi l’estrusore
- La procedura di autocalibrazione durerà alcuni minuti
- E consigliato fare l’autocalibrazione col piatto già in temperatura di stampa
ATTENZIONE
L’autocalibrazione si attiva grazie ad un contatto elettrico tra ugello e piatto di stampa.
Quindi se il piano di stampa è diverso da quello dato in dotazione, accertarsi che sia conduttivo. In caso contrario rimane disponibile la procedura di livellamento manuale.
Calibrazione WASP ZEN Extruder
La calibrazione dello ZEN Extruder si basa sul principio del nonio, utilizzato nel comune calibro. Consiste in due griglie sovrapposte con celle di dimensioni leggermente diverse, dove ogni linea corrisponde ad un decimo di millimetro (0,1mm). La posizione del secondo estrusore (T1) rispetto al primo (T0) dipenderà dalla coordinata che precisamente si sovrappone all’altra.
Scarica qui le istruzioni e il gcode di calibrazione.
Free Z system linea INDUSTRIAL 4.0
Free Z system è il sistema per riprendere una stampa in base ad una altezza nota.
Misurare il valore di z dell’ultimo layer stampato, quindi:
PREPARE/FREE Z SYSTEM
Avvicinarsi fino a toccare l’ultimo layer stampato utilizzando le frecce di comando
Confermare cliccando GO FOR GCODE e selezionare il gcode interessato
Attendere il caricamento del file. L’operazione in base all’altezza del pezzo può richiedere più o meno minuti.
Come funziona il Resurrection System
Consente di salvare le coordinate di stampa del punto in cui la stampante si dovesse fermare a causa di mancata corrente.
Viene creato un file RESURR nella directory del file originale. Quindi selezionare il file RESURR e attendere la partenza.
ATTENZIONE: se l’ugello rimane a contatto con il pezzo, non mandare a home gli assi di movimentazione. La procedura di Resurrection inizia col portare in temperatura l’ugello a 100° per evitare distaccamenti bruschi dal pezzo. Successivamente gli assi andranno a “home” automaticamente. La stampa riprenderà quando piano caldo ed estrusore raggiungeranno la temperatura del .gcode.
TURBO viene creato un file backup nella memoria dell’ Arduino. Quindi cliccare sulla funzione Resurrection e attendere la ripartenza della stampa. ATTENZIONE: se l’ugello rimane a contatto con il pezzo, non mandare a home gli assi di movimentazione. La procedura di Resurrection inizia col portare in temperatura l’ugello a 100° per evitare distaccamenti bruschi dal pezzo. Successivamente gli assi andranno a “home” automaticamente. La stampa riprenderà quando paino caldo ed estrusore raggiungeranno la temperatura del .gcode.
RESURRECTION SYSTEM
Il sistema riprende le stampe interrotte in caso di spegnimenti accidentali o improvvisa mancanza di corrente. Leggi di più sul Resurrection System.
Il pezzo non rimane attaccato al piano di stampa
Assicurarsi di aver ottenuto un livellamento corretto seguendo questa procedura>>.
Adesione al piatto di stampa
Applicare uno strato di lacca per capelli o colla stick sul piano in vetro per creare uno strato colloso che migliori l’adesione del filamento fuso sul piatto di stampa.
Temperatura ugello e piano riscaldato
Verificare la corretta temperatura dell’ugello e del piano riscaldato rispetto al materiale utilizzato (controllare le specifiche tecniche del produttore del materiale).
Mancata estrusione del filamento
Verificare gcode
- Controllare che il file .stl non presenti difetti di modellazione non solida.
- Controllare che i parametri sul software di slicing siano corretti Es: diametro ugello, diametro del filamento, flusso del materiale, temperatura di estrusione, E-step. per mm.
Verificare il funzionamento dell’ estrusore
- Accertarsi che il cavo di alimentazione dell’estrusore sia bene collegato al connettore. Nel caso non lo fosse, a stampante spenta, collegare il cavo.
- Verificare che i tubi che collegano tirafilo ed estrusore siano connessi saldamente, e che al loro interno non siano presenti occlusioni o sporcizia.
- Accertarsi che il filamento sia arrivato fino alla zona di fusione dentro all’ugello.
Verificare il livellamento del piano di stampa
- Se l’ugello è troppo vicino al piatto di stampa il filamento fuso avrà difficoltà ad uscire, causando un blocco dell’ingranaggio e del motore tirafilo, procedere quindi con il livellamento manuale e la pulizia del ingranaggio dentato per rimuovere eventuale polvere.
Verificare funzionamento tirafilo
- Accertarsi che il cavo di alimentazione del tirafilo sia bene connesso. Nel caso non lo fosse, a stampante spenta, collegare il cavo.
- Verificare che il controllo sia attivo, quindi: menu/prepare/movement/1mm/extruder.
- Controllare che il pomello nero del tirafilo non giri a vuoto ma che sia ben collegato all’albero motore. Per verificarlo tenere premuta la pinza del tirafilo lasciando sbloccato il sistema e ruotare il pomello. Quindi avvitare il grano M3 in battuta sulla superficie piatta dell’albero del motore tenendo centrata la parte dentata con il passaggio del filamento.
- Controllare che la ventola del motore del tirafilo sia in funzione. Se non va contattare l’assistenza tecnica.
La stampante fa rumore
Ventola di raffreddamento
La ventola di raffreddamento posta sull’estrusore potrebbe essere rumorosa se impostata a velocità massima. Quindi dal software di slicing calibrare la velocità in base all’ esigenza.
Rumorosità assi di movimentazione
- Accertarsi che il il rumore non provenga dalla ventola di raffreddamento sull’estrusore, in tal caso guardare il punto precedente.
- Verificare la corretta scorrevolezza dei pattini facendoli scorrere lentamente con movimenti costanti dal basso verso l’alto e viceversa. Se ci sono degli attriti contattare l’assistenza tecnica.
- Controllare corretta scorrevolezza dei cuscinetti di rimando delle cinghie, posti nella parte bassa delle guide di scorrimento.
- Verificare la dentatura della cinghia. Se fossero presenti delle dilatazioni tra i denti della cinghia o delle schiacciature o dei tagli contattare l’assistenza tecnica.
Perdita passi motori
- Surriscaldamento motore.
- Puleggia lenta sull’albero del motore.
- Supporto motore lento.
Urti estrusore
- verificare livellamento del piano. Mantenere circa 0.1 mm di distanza tra ugello e piatto di stampa ( spessore di un foglio A4 80g).
- Verificare dimensioni del file. Se il file supera le dimensioni massime del volume di stampa potrebbe urtare le pareti trasparenti della stampante. Impostare sul software di slicing i parametri corretti per la stampante in questione. (a partire dai firmware F20_rev6, F21_rev3 e F30_rev4 è presente una limitazione software).
- Verificare plug-in installati. Controllare che non siano installati plug-in di spostamento durante la fase di stampa, o impostare un valore che sommato alla larghezza del pezzo non sia superiore al diametro massimo stampabile. (a partire dai firmware F20_rev6, F21_rev3 e F30_rev4 è presente una limitazione software).
- Perdita passi motori. Vedi paragrafo precedente.
- Verificare flusso di estrusione. Una percentuale di flusso materiale superiore al 100% potrebbe determinare un accumulo di materiale e causare urti tra i vari layer.
- Verificare ugello estrusore. Controllare che l’ugello non sia svitato causando urti al pezzo stampato.
La stampa risulta sfalsata
Perdita passi nei movimenti
- Verificare velocità gcode. Velocità superiori a 250 mm/s possono far slittare la cinghia attorno la puleggia e causare perdita di passi. (non con il modello TURBO).
- Verificare accelerazione movimenti. Accelerazioni superiori a 6000 mm/s” possono far slittare la cinghia attorno la puleggia e causare perdita di passi. (non con modello TURBO).
- Verificare flusso di estrusione. Una percentuale di flusso materiale superiore al 100% potrebbe determinare un accumulo di materiale e causare urti tra i vari layer.
- Verificare ugello estrusore. Controllare che l’ugello non sia svitato causando urti al pezzo stampato.
La superficie del pezzo è spugnosa
Verificare gcode
- Controllare che il file .stl non presenti difetti di modellazione ( bordi aperti / superfici non mainfold ).
- Controllare che i parametri sul software di slicing siano corretti Es: diametro ugello, diametro del filamento, flusso del materiale, temperatura di estrusione, E-step. per mm.
Verificare il funzionamento dell’estrusore:
- Accertarsi che il cavo di alimentazione dell’estrusore sia bene collegato al connettore. Nel caso non lo fosse, a stampante spenta, collegare il cavo.
- Verificare che i tubi che collegano tirafilo ed estrusore siano connessi saldamente, e che al loro interno non siano presenti occlusioni o sporcizia.
- Accertarsi che il filamento sia arrivato fino alla zona di fusione dentro all’ugello.
Verificare il livellamento del piano di stampa
- Se l’ugello è troppo vicino al piatto di stampa il filamento fuso avrà difficoltà ad uscire, causando un blocco dell’ingranaggio e del motore tirafilo, procedere quindi con il livellamento manuale e la pulizia del ingranaggio dentato per rimuovere eventuale polvere.
Verificare funzionamento tirafilo
- Accertarsi che il cavo di alimentazione del tirafilo sia bene connesso. Nel caso non lo fosse, a stampante spenta, collegare il cavo.
- Verificare che il controllo sia attivo, quindi: menu/prepare/movement/1mm/extruder.
- Controllare che il pomello nero del tirafilo non giri a vuoto ma che sia ben collegato all’albero motore. Per verificarlo tenere premuta la pinza del tirafilo lasciando sbloccato il sistema e ruotare il pomello. Quindi avvitare il grano M3 in battuta sulla superficie piatta dell’albero del motore tenendo centrata la parte dentata con il passaggio del filamento.
- Controllare che la ventola del motore del tirafilo sia in funzione. Se non va contattare l’assistenza tecnica.
L’estrusore scende a fine stampa
Se a fine stampa, dopo l’auto home, i tre motori di movimentazione si disattivano, l’estrusore scenderà verso il basso urtando il pezzo stampato, per evitare questo problema sarà necessario disabilitare il comando “M84″ nella sezione “end.GCODE” del software di slicing. (basta aggiungere punto e virgola prima del comando. es: ;M84).
Il filamento si spezza
Può dipendere dalla qualità del filamento e da una troppa esposizione al sole o umidità.
Dipende dal materiale, in ogni caso è consigliato mantenere la bobina all’interno del sacchetto originale durante il non utilizzo.
Livellamento manuale (Manual leveling)
Il livellamento manuale è una procedura che serve a ripristinare la planarità del piano di stampa rispetto al riferimento della stampante.
Il livellamento fa parte dei valori di calibrazione della macchina ed è essenziale il giusto valore per un buon funzionamento.
Questo valore viene salvato in maniera automatica dalla macchina durante l’autocalibrazione.
Nelle macchine non compatibili con il sistema di autocalibrazione è necessario utilizzare la procedura di Modifica altezza prima di livellare il piano, per ottenere una corretta calibrazione.
Quando un piano non è livellato correttamente si possono riscontrare diversi problemi, come illustrato nella figura.
Questo può causare il distacco nelle parti dove il riferimento della stampante è più alto di quello reale e collisioni dove il riferimento della stampante è più basso di quello reale.
Il livellamento del piatto si basa sul principio cartesiano del piano passante per tre punti.
Come si vede in figura sono presenti tre punti di regolazione disposti intorno al piatto secondo i vertici di un triangolo equilatero(POSITION 1,2,3)
Regolando adeguatamente ognuno di questi punti rispetto al riferimento della stampante(fisicamente rappresentato dall’ugello) si ottiene la corretta planarità per stampare.
E’ anche presente una quarta posizione centrale (POSITION 0) non regolabile ma sensibile alle altre regolazioni. E’ utile durante il processo del livellamento
Ogni stampante dispone di maniglie o viti diverse per la regolazione del livellamento del piano.
WASP 40100 Clay: Quando si stampa direttamente sul pavimento non è necessario livellare la macchina. Utilizzare valori di flusso coerenti del primo strato per garantire una buona adesione.