WASP vola a Marrakech per il progetto African Fabbers.
Selezionato tra i partecipanti delle Biennali di Marrakech e Dakar 2014 il progetto mira a creare un fablab temporaneo negli spazi della biennale, con open call riferita a tutti i makers locali e non. Wasp partecipa entusiasta come partner tecnico.
All’interno di un periodo di dieci giorni si articolano due workshop:
il primo riguarda la progettazione e la costruzione di un vero e proprio “carretto 3d”, un carretto alimentato a batteria con annessa stampante 3d (è stato scelto un Delta) open source scaricata dal web.
Il secondo laboratorio invece è incentrato sulla stampa di modelli con materiali alternativi creati tramite Grasshopper.
Ecco che entra in gioco il Big Delta di WASP 😉
Chi ha risposto alla chiamata? Studenti, Designer, Architetti, progettisti, elettronici, scultori, artisti, artigiani. Sono arrivati numerosi da Marrakech ma anche da altre città del Marocco.
Com’era, cosa c’era, chi c’era, cosa ci ha colpito.
Iniziamo dallo spazio: l’Amblassa.
Sull’incrocio di quattro strade ecco lo stabile che accoglie una sede della biennale.
Al nostro arrivo un luogo magicamente spoglio, dall’impronta industrial. Un grande spazio pronto ad accogliere ogni cosa.
L’aria della biennale si respira e si riflette anche in questo. I muri del tradizionale rosa salmone.
Nello stesso stabile visual artist, video, installazioni, l’aria internazionale, persone e colori da tutto il mondo.
Una lode ai ragazzi di Urban Fablab che ci hanno accolto e con vero atteggiamento Makers hanno saputo adattarsi e farci trovare un luogo vivo.
Al loro arrivo erano soli. Niente sedie, niente luce, niente tavoli, niente chiodi, niente scope, niente, niente di niente.
Come primo tavolo per Il Workshop 1 hanno utilizzato la porta del bagno. Per le sedute hanno pensato ad un’artigiano locale a cui sono state commissionate e ricevute in brevissimo tempo. Chiedere una punta da trapano in ferramenta non è così scontato se sei a Marrakech, in ogni caso devi saper contrattare. Per ogni piccolo oggetto, utensile o minuteria partiva una caccia al tesoro su come e dove poterlo trovare. Non dimentichiamo un “piccolo” particolare che si chiama “Big Delta” (arrivato in pezzi) e il resto delle attrezzature che hanno spedito da Napoli e recuperato a Marrakech (deliri burocratici inimmaginabili). Salma, studentessa di architettura di Casa Blanca, si è trovata interprete e mediatrice in molteplici occasioni. Con loro anche Elena, artista relazionale che ha monitorato con interviste e scatti analogici tutti i partecipanti indagando la loro storia.
Argomenti trattati? Stampa 3d, disegno 3d, fresatura e software annessi, stampa di impasti argillosi, modellazione con tornio…
Il primo giorno accompagnati dai ragazzi di Urban fablab andiamo a recuperare alcuni chili di argilla presso la scuola di artigianato. Ecco l’occasione di visitare un centro importante della città. L’accademia di artigianato è divisa in sezioni a seconda delle discipline tradizionali, (ci viene in mente che sarebbe il caso di replicare lo stesso modello anche in Italia). Contemporaneamente si visionano gli avanzamenti del workshop1 (iniziato prima del nostro arrivo). Il carretto 3d inizia a prendere forma e si prepara al debutto in Medina.
Mezzo di trasporto scelto per il ritorno? “Carrozza” fatiscente, tutti dietro sul porta carico. Divertente, ma non l’abbiamo rifatto.
In vista del Workshop2 a Massimo viene un’idea. Andiamo a caccia di terra per stamparla 3D.
Il Big Delta bramoso di impasto da stampare mangia argilla affamato, e non basta mai. Ci serve impasto per le giornate a venire, e rifornirci tramite gli artigiani non è troppo comodo. E poi, diciamoci la verità, volevamo stampare la terra con cui fanno le case lì. Quale occasione migliore? Leghiamo così l’esperienza in maniera forte al luogo volendo stampare terra a km0. Questa parte la raccontiamo nel prossimo articolo, e vi lasciamo sulle spine.
Con Imma, l’impastatrice folle, Andrea responsabile carretto 3d, Flavio, disegnatore compulsivo di modelli generativi, Nicola alle frese, Tutto procede per il meglio.