Processi di fabbricazione digitale, stampa 3D, bioplastica e unione tra tecnologia e artigianalità sono gli elementi che rendono possibili nuovi processi di creazione e riproduzione dell’opera d’arte, in modo assolutamente dettagliato, rapido ed economico.

Fablab Venezia è stato recentemente impegnato nella realizzazione di un manufatto artistico di grande formato, in collaborazione con la galleria di Londra SoShiro e partendo da un bozzetto in scala dell’artista Arlene Wandera.

L’opera, dal forte significato simbolico, rappresenta una figura femminile che indossa una grande collana metallica, rappresentazione simbolica dei gioielli tipici del popolo pokot. Il lavoro dell’artista si concentra infatti sui temi del fare quotidiano e dell’empowerment femminile.

La fabbricazione segue processo articolato, che esplora le grandi potenzialità della fabbricazione digitale in campo artistico: il bozzetto alto circa 20 cm, creato a mano da Wandera, è stato scansionato ottenendo un modello digitale dettagliato; questo è stato suddiviso in porzioni e ottimizzato per la stampa e il successivo assemblaggio.
Per la fase di stampa sono state utilizzate diverse macchine di medio e grande formato in dotazione a Fablab Venezia: Delta WASP 4070 INDUSTRIAL 4.0, Delta WASP 60100 e Delta WASP 3MT con estrusore a filamento, il materiale impiegato è il PLA.

Alla fase di assemblaggio è seguita la post-produzione e finitura della scultura, utilizzando resine apposite e stucco, il processo si è concluso con la verniciatura a rullo e pennello.
Per la produzione della struttura a collana sono state impiegate tecniche di fresatura, taglio laser, e piegatura a caldo.

Il risultato è un’opera potente, esatta riproduzione del modello in scala; la galleria inglese, alla sua prima esperienza con la fabbricazione digitale, è rimasta piacevolmente colpita dalle potenzialità intrinseche di una tecnologia, la stampa 3D, che si sta avventurando sempre più verso nuove applicazioni, al di là della prototipazione nel campo della manifattura.

Credits:
Testo articolo ed immagini: Fablab Venezia