Lelio Leoncini segna il nuovo standard nel busto digitale
Il 2018 potrebbe essere l’anno decisivo per la diffusione della stampa 3D nell’ambito dell’ortopedia, tantissime le realtà che si stanno mettendo all’opera, reinventando nella direzione della fabbricazione digitale.
C’è qualcuno però che segna una strada nell’innovazione, che dal 2014 sperimenta e crea soluzioni digitali nel suo ambito di competenza, la medicina fisica e la riabilitazione.
Da allora insieme a Wasp è nata una amicizia e una collaborazione che ha portato tanti frutti. Nel 2016 l’internet è impazzito per questo video che mostrava le prime generazioni di busti creati dal Dr. Leoncini, una applicazione della stampa 3D prima inaspettata.
Grazie alla perseveranza e all’inventiva in questi anni l’idea di realizzare soluzioni per la scoliosi con la stampa 3D è diventata sempre più concreta e credibile fino alla creazione insieme dell’Officina Ortopedica Digitale.
L’innovazione principale è stata sicuramente l’impiego del polipropilene.
La svolta del polipropilene
Chi realizza busti ortopedici sa quanto è importante il materiale. La sua consistenza, che ne caratterizza le spinte, la sua resistenza che ne previene la rottura e ovviamente la sua lavorabilità.
In questi anni la ricerca del materiale adatto non è stata semplice: qualsiasi soluzione, comparata al polipropilene utilizzato tradizionalmente, era o troppo ridiga o troppo flessibile ma soprattutto fragile. Una fragilità che non ci si può permettere quando si realizza un ortesi che deve avere una durata secondo la legislazione di anche 2 anni.
Un lungo lavoro a 6 mani che ha coinvolto il Dr. Leoncini, Wasp e TreeD filaments ha portato a una svolta radicale: il polipropilene.
Chi è appassionato dagli albori alla stampa 3D sa bene che questo materiale è stato a lungo ritenuto “impossibile da stampare” per via del suo comportamento particolare e la sua difficile adesione al piano di stampa.
Negli anni sono state sviluppate da vari produttori verisoni di polipropilene con composizioni che lo rendevano più facilmente stampabile, con prestazioni meccaniche però piuttosto scadenti comparate al vero corrispettivo stampato a iniezione.
Il vero risultato è stato che spesso si è cercato di sostituirlo con materiali più adatti e familiari al mondo della stampa 3D(ABS, nylon, PLA) accontentandosi delle soluzioni offerte.
Nel 2017 da una approfondita sperimentazione è nato un nuovo materiale, un vero polipropilene messo a punto da TreeD filaments che ha mostrato dai test di essere nel contempo compatibile con le stampanti e garantire prestazioni meccaniche fino al 95% comparabili all’equivalente stampato a iniezione.
Pur non rientrando nella categoria dei materiali “facili da stampare” è però ben gestibile con le opportune precauzioni e da grandi soddisfazioni sul pezzo finito.
Inoltre permette ai professionisti nel mondo dell’ortopedia di lavorare con un materiale con cui hanno grande familiarità, un materiale robusto, comodo, ben lavorabile.
Nuovi busti per casi prima inaffrontabili
Un altro fronte di grande ricerca nei busti è stata la possibilità di progettare a 360° oltre i limiti tradizionali. Grazie alla fabbricazione 3D è stato anche possibile dare soluzioni su misura a pazienti più gravi che necessitavano di busti dalla forma molto complessa, o con la necessità di un supporto della testa oltre che del busto.
Il sistema di scansione a 4 colonne si è dimostrato il sistema migliore per acquisire le forme dei bambini, di chi ha difficoltà respiratorie, di chi ha difficoltà nella deambulazione.
Sempre di più sembrano ampliarsi le possibilità di applicazione di questa tecnologia.
Intanto gli strumenti e la conoscenza si evolvono a grandi passi. Ogni anno i tempi di stampa sono ottimizzati e la qualità dei pezzi è in continuo aumento.
Oggi tante realtà legate all’ortopedia si avvicinano al mondo della fabbricazione digitale, un mondo che attrae e che ha ancora tanto spazio nella ricerca e nell’innovazione.
La speranza è che nei prossimi anni si vedano i frutti del lungo lavoro che è creare la cultura delle nuove tecnologie nel mondo dell’ortopedia. Un ambito sicuramente complesso ma anche molto adatto a questo nuovo approccio.