La scoliosi è la bestia nera dell’ortopedia. Chi si è trovato ad affrontarla professionalmente ha spesso dovuto misurarsi con la sua evoluzione talvolta imprevedibile. La stampa 3D è uno strumento che potrebbe consentire di fare grandi e importanti passi in avanti, perfezionare il metodo di acquisizione e produzione corrente, offrire una cura più rapida ed efficace per un dismorfismo difficile da trattare, che oltre all’aspetto estetico comporta diversi danni alla salute del paziente. Ne è convinto Lelio Leoncini, medico chirurgo specializzato in Medicina Fisica e Riabilitazione, che da quattro anni ha iniziato a percorrere questa via e che da dicembre 2014 lavora con una Delta WASP 4070 nella sperimentazione di corsetti ortopedici.
Come è noto i corsetti rappresentano l’unica strada scientificamente provata per combattere i dismorfismi vertebrali. “Per prima cosa ritenni opportuno dotarmi di uno strumento (Rasterstereografia-Formetric 3D) che consentisse di monitorare costantemente l’evoluzione clinica delle scoliosi ricorrendo il meno possibile a esami radiografici – racconta Lelio – Questa esperienza mi ha consentito di rilevare i punti di maggiore criticità della realizzazione di corsetti ortopedici e le conseguenti ripercussioni sull’efficacia del trattamento ortesico, ma è stata anche uno stimolo a ricercare e trovare sistemi tecnologici per risolverli”.
Ma vediamo quali sono i vantaggi dell’uso di un sistema di acquisizione cad-cam e della stampante 3D rispetto al metodo attualmente utilizzato del calco in gesso.
Acquisizione cad-cam: basso costo dei sensori a infrarossi; acquisizione simultanea di tutto il tronco in mezzo secondo con la possibilità di eseguire correzioni anche in questa fase; possibilità di acquisire anche al buio; spazi ridotti per l’acquisizione; maggiore accuratezza del sistema con possibilità di controllare meglio le spinte correttive; tempo di modellazione 30 minuti; smaltimento del gesso.
Stampa 3D: nessun materiale di scarto con possibilità di riciclare il busto; possibilità di modellare anche successivamente il corsetto; costi notevolmente ridotti; peso ridotto; eliminazione o riduzione delle armature; migliore qualità estetica.
“L’accuratezza di un corsetto è una prerogativa fondamentale per una terapia – prosegue Leoncini – Occorre conoscere a fondo la biomeccanica del rachide e i principi correttivi delle ortesi del tronco. Sono indispensabili la sinergia tra il medico e il tecnico ortopedico (utile anche per la diagnosi e il monitoraggio dell’andamento evolutivo dell’equilibrio vertebrale) e un conseguente processo di digitalizzazione della lavorazione nelle officine ortopediche”.
Lelio è convinto che non ci sia alcun ambito medico che possa dirsi sazio di tecnologia. “Personalmente ho sempre avuto un notevole interesse in campi quali l’informatica e la tecnologia in generale, non ho mai mancato di affiancare questi interessi alla mia professione. La medicina è una scienza e in quanto tale non raggiunge mai un punto di arrivo, ha bisogno di svilupparsi sempre, al fine di offrire più possibilità all’uomo migliorando la qualità della vita. L’innovazione – conclude – è lo strumento per abbattere barriere e dare opportunità anche alle persone più svantaggiate”.