MAC di Lissone, museo di arte contemporanea, ha ospitato la prima mostra di sole sculture di Nicola Samorì [Forlì, 1977], artista che negli ultimi anni si è fatto conoscere per i suoi “delitti pittorici”.

Al centro della sala, un nudo di quasi due metri e mezzo replica in grande scala un modellino in cera che ha assunto una postura tortile attraverso la pressione delle mani.

Nicola-Samorì

foto da www.nicolasamorì.it,

 Conosciamo Samorì in vista della sua personale, nel pieno della sua attività. Si rivolge a WASP per un progetto tra i trenta che verranno esposti ad Ivrea.  L’obbiettivo è quello di applicare uno straniamento dimensionale ad un modello ottenuto tramite una torsione manuale nell’intento di  rispettare fedelmente la forma ottenuta e creare “una torsione gigantesca”.

Il modello in cera di partenza presenta una forma umanoide allungata la cui forza si sviluppa in una grande torsione. Traspare da questa operazione formale la sua poetica incentrata sulla matericità e il mutamento.

Entriamo nello sviluppo tecnico della parte che ci ha coinvolto:

In uno dei nostri primi incontri l’artista ci mostra il modello di partenza, questo poi viene scansionato 3D con uno scanner ad alta definizione. Tramite un programma di modellazione scaliamo l’oggetto fino ad un’altezza di 2,5m. Sezioniamo l’oggetto e lo stampiamo in pezzi utilizzando una Delta WASP 4070. Sebbene sia sezionato, richiede molte ore di stampa. Otteniamo così pezzi enormi che sfruttano tutta l’area di lavoro.

Successivamente l’autore si dedica all’unione ti tutte le parti, saldandole le une con le altre. La resa superficiale riflettente del PLA utilizzato per la stampa è solo la partenza per una ricerca di finitura materica più sofisticata e vitale.  Dopo aver unito tutte le sezioni stampate saldandole tra di loro con lo stesso PLA l’artista si dedica alla ricerca estetica della superficie. Utilizzando vari utensili lavora la stratificazione di materia, a volte accentuandola con fiamma diretta, a volte modificandola con cera, spazzolandola con spazzole di acciaio.

Un’aspetto insolito: l’oggetto appare importante, massiccio, grande. Sembra pesare almeno un quintale. Invece Nicola lo solleva con facilità. Ci spiega che per chi fa scultura questo è un’aspetto di linguaggio, il peso è un’aspetto caratterizzante delle tecniche che fino ad ora sono legate al mondo della scultura tradizionale.

Poco prima dell’esposizione raggiungiamo Samorì nel suo laboratorio. Un luogo incantevole ci accoglie. Una struttura gotica, alti soffitti,  alcune finestrelle sul tetto scagliano fasci di luce che a tratti incontrano busti e dipinti illuminandone i dettagli, investigando le superfici.
Ecco “la grande torsione” in PLA nero retto da un piedistallo in legno, colpito da un fascio di luce che ne valorizza la texture. Con l’esposizione alle porte, l’artista si dedica giorno e notte alla realizzazione e finitura del pezzo.

“Un materiale interessante” dice Samorì dopo il lavoro sull’enorme creazione.

Ecco che allora la forza di torsione si afferma supportata dalla grande dimensione dell’oggetto, imponente, scuro, immobile, ma ancora in movimento torto su se stesso.

Ringraziamo Nicola Samorì per essersi rivolto a noi nell’affrontare il tema della stampa 3D rispetto alla sua attività nota a livello internazionale. Vi invitiamo ad esplorare il suo percorso sul sito ufficiale www.nicolasamorì.com

Che l’artista non abbia in mente un altro progetto legato alla stampa 3d di grandi dimensioni?
Stay tuned!

Waspteam….Bzzzz