Prosegue il lavoro della Fondazione Asphi di Bologna al Centro di riabilitazione ZAM di Damasco. Con l’arrivo della Delta WASP nel 2017 per i bambini con disabilità e per i loro genitori si apre un nuovo mondo di possibilità creative.
Una stampante 3d Delta WASP 2040 sta per arrivare a Damasco, in Siria, diretta a ZAM, centro di riabilitazione che supporta bambini siriani con disabilità. Con l’anno nuovo prende il via la seconda parte del progetto che la Fondazione Asphi di Bologna sta conducendo insieme alla onlus romana Armadilla, e in collaborazione con Unicef, nei territori colpiti dalla guerra.
Grazie al kit Click4all, di cui abbiamo già parlato in altri articoli del nostro blog (vedi>>), piccoli pazienti con diversi gradi di disabilità, fisiche e cognitive, sono riusciti a utilizzare i computer, a giocare, ad ascoltare musica, a suonare e a disegnare. Si tratta di un kit informatico a basso costo che permette di compensare la disabilità con ausili su misura realizzati in materiali poveri, come il pongo o la carta stagnola, o addirittura la frutta, giocando con i colori e con le forme: una pera può tranquillamente trasformarsi in un mouse divertente e facile da usare.
Nuove tecnologie e tanta volontà: gli straordinari risultati della prima fase del progetto
Uno dei tanti problemi che un territorio colpito dalla guerra come la Siria si trova ad affrontare è l’assenza di professionisti, di personale specializzato: educatori, infermieri, accompagnatori, fisioterapisti non sono più presenti in zona. Per questa ragione Asphi lavora direttamente con i genitori dei bambini disabili e con i volontari del Centro ZAM che con grande impegno si dedicano a migliorare la vita dei propri figli e di tutti i bambini.
I risultati sono sorprendenti: “Siamo rimasti abbastanza scioccati, in senso positivo, dall’esito del primo progetto”, racconta Luca Enei, responsabile tecnico di Asphi. “Abbiamo visto con i nostri occhi che quando il bisogno è forte la gente si rimbocca veramente le maniche: una mamma sotto le bombe, che non ha mai usato un computer, dopo tre mesi ha già capito e imparato tutto. Una bella lezione. Ogni nostra aspettativa è stata superata, e adesso, con l’introduzione della stampante 3D, ci aspettiamo grandissimi sviluppi e tante novità”. Per ora il kit è stato sperimentato solo in Siria e in alcuni centri riabilitativi in Italia ma a partire da quest’anno dovrebbe entrare sul mercato: il progetto è una start up, un work in progress. “Lo spirito con cui lavoriamo è lo stesso di WASP: realizzare supporti agili, low cost e personalizzati per rendere accessibili a tutti le nuove tecnologie. I prodotti attualmente in commercio sono standard, poco adattabili: noi lavoriamo sulla personalizzazione, crediamo che sia la strada giusta da seguire”.
Dalla progettazione alla stampa 3D: nuove frontiere per i bambini di ZAM
Se la prima parte del percorso si è orientata prevalentemente sull’utilizzo di software, ad esempio con l’insegnamento di Scratch per la realizzazione di giocattoli interattivi, con la seconda si passa all’hardware: la sfida è trasmettere ai genitori le competenze necessarie per l’utilizzo di una Delta WASP 2040 e, considerando i precedenti, c’è da scommettere che l’entusiasmo non mancherà.
Quattro operatori hanno imparato ad usarla nei mesi precedenti in Libano, a Beirut, perché per motivi di sicurezza non è possibile la permanenza stabile sul territorio siriano: la formazione avviene a distanza, poi prosegue con alcuni incontri e tramite Skype. Adesso la stampante passa nelle mani delle mamme di Damasco. Sarà possibile costruire semplici quanto importanti oggetti didattici, giocattoli e ausili in materiali poveri (come maniglie per tenere in mano penne e pennarelli, oppure una forchetta).
“Dal punto di vista educativo si apre un mondo – continua Enei -. Pensiamo ai non vedenti: scritte in braille collegate a particolari oggetti, supporti tattili che riproducono comandi. Il raggio di azione è davvero vasto, ora è il momento della creatività. Siamo ansiosi di scoprire come questo viaggio proseguirà”.